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India. Suora di 71 anni derubata e stuprata da sei banditi «pensa solo a perdonare i criminali»

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India Rape Protest
È una suora, ha 71 anni, è stata stuprata da un branco di sei banditi e dall’ospedale dove è ricoverata continua a chiedere che i ladri vengano perdonati. Non è difficile capire quale sia la vera notizia tra i tanti resoconti dell’«odioso crimine» che da venerdì arrivano dall’India.

LO STUPRO. La suora indiana, superiora del convento di Ranagath (Bengala occidentale) dedicato a Gesù e Maria, si trovava nella scuola all’interno dell’istituto religioso quando una gang di giovani tra i 20 e i 30 anni si è introdotta di notte per rubare. L’anziana ha cercato di fermare i ladri, per impedirgli soprattutto di attaccare un’altra donna, e per questo è stata presa, chiusa in una stanza e stuprata dal gruppo. Legate e imbavagliate altre tre persone, due cristiani e una guardia di sicurezza, i giovani se ne sono andati dopo aver devastato la scuola, strappato le Bibbie, distrutto una statua di Gesù e, ovviamente, rubato tutto ciò che poteva avere un valore economico. Sabato mattina, quando le vittime sono state trovate legate, la religiosa è stata portata in ospedale. Le telecamere a circuito chiuso dell’istituto hanno ripreso tutto.

India Gang Rape«CUORE SPEZZATO». «Dil mein dard hai, dil mein dard hai. Il mio cuore è spezzato»: questo ripeteva la suora indiana durante il ricovero, secondo quanto riportato dal Times of India. Non si riferiva però alla violenza ricevuta, ma alla sicurezza della scuola e al trauma che gli studenti avrebbero subìto. La madre di un’alunna, andata a trovarla in ospedale, racconta di come la suora fosse più preoccupata di perdonare i criminali, che di se stessa. «Ecco quanto è grande un’anima spirituale come la sua. Mentre noi tutti vogliamo che le canaglie di questo crimine odioso vengano arrestate e punite in modo esemplare», lei pensa a perdonarli.

IL PERDONO. Secondo il quotidiano indiano, «i visitatori sono scoppiati a piangere» quando la suora ha manifestato questa intenzione. Martedì tutti i negozianti del distretto dove si trova il convento hanno tenuto chiusi i negozi per protestare contro questa violenza: «Sosteniamo la suora  e vogliamo che vengano trovati i colpevoli», ha dichiarato all’Afp il commerciante Samiran Paul. «Non riusciamo neanche a realizzare che [sia avvenuta] una simile tortura disumana nei confronti di una suora anziana che ha dedicato tutta la vita al servizio dell’umanità. È una vergogna per tutti noi». Nel fine settimana si sono tenute proteste e veglie di preghiera (nelle foto).

«MAI SUCCESSO NEL MONDO». Suor Irene, madre generale dell’ordine, appena appresa la notizia, da Roma è partita per l’India: «In tutta la mia vita non ho mai sentito che in qualunque parte del mondo sia mai avvenuto un simile attacco su una suora, per di più anziana. Neanche nelle zone di guerra dove lavoriamo». Il fatto che i criminali abbiano anche distrutto Bibbie e statue di Gesù ha portato un membro del convento a dichiarare al Times of India: «Non è solo un delitto. È un attacco contro la religione. Hanno assalito una suora e poi dissacrato la chiesa. Questo ha colpito profondamente la comunità cristiana».

India Rape ProtestCRISTIANI PERSEGUITATI. In India la libertà religiosa è sempre più a rischio a causa dell’estremismo indù. Come ha scritto in una nota la Conferenza episcopale dell’India a febbraio, «negli ultimi mesi a malapena un giorno è passato senza che ci fossero notizie di attacchi contro cristiani, chiese e istituzioni cristiane in tutta la nazione. Le chiese sono state incendiate persino nella capitale nazionale, mentre casi di “Ghar Wapsi” (riconversioni forzate all’induismo, ndr) e minacce sfacciate di organizzare riconversioni di massa continuano a creare agitazione tra i cristiani sparsi negli angoli più remoti del Paese. Mentre gruppi violenti e i loro leader diffondono bugie e lanciano aperte minacce alle minoranze religiose, persino i rappresentanti eletti del popolo indiano hanno fatto dichiarazioni scioccanti, sfidando senza vergogna la libertà di coscienza garantita dalla Costituzione dell’India con l’art.25».

«CITTADINI DI SERIE B». Scrivono ancora i 140 vescovi dell’India: «Siamo angosciati per una serie di atti perpetrati con lo scopo di creare divisioni nella società, come mettere al bando le attività cristiane in alcuni villaggi, fino al tentativo di tenere le scuole aperte anche il giorno di Natale. Simili sforzi coordinati a vari livelli generano preoccupazione rispetto a un programma pianificato per ridurre la minoranza cristiana a cittadini di serie B nella nostra madrepatria. Terra a cui la comunità ha dato immensi contributi nei campi dell’educazione, dell’assistenza sanitaria e dei servizi sociali, perfino nelle aree più remote». L’apice della discriminazione si è verificato il 5 febbraio scorso, quando la polizia ha picchiato uomini, donne e bambini cristiani che sfilavano nella capitale per protestare contro la distruzione delle chiese. Molti sacerdoti che hanno partecipato sono stati arrestati.

Foto Ansa/Ap


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